Pace e risoluzione dei conflitti: la prospettiva africana

Ernest Uwazie

Pace e risoluzione dei conflitti: la prospettiva africana su ICERM Radio è andato in onda sabato 16 aprile 2016 alle 2:30 Eastern Time (New York).

Ernest Uwazie

Ascolta il talk show radiofonico ICERM, "Parliamone", per un'intervista stimolante con il Dr. Ernest Uwazie, Direttore, Centro per la pace africana e la risoluzione dei conflitti e professore di giustizia penale presso la California State University Sacramento.

In questo episodio, il nostro ospite, il Prof. Ernest Uwazie, parla dei suoi progetti e delle sue attività per la pace e la risoluzione dei conflitti in Africa e all'interno della diaspora africana negli Stati Uniti.

Il Centro per la pace africana e la risoluzione dei conflitti celebra i suoi 25 annith anniversario della Conferenza Africa & Diaspora, il Prof. Uwazie discute le lezioni, le migliori pratiche e le opportunità per la pace, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile in Africa.

Condividi

Articoli Correlati

Religioni in Igboland: diversificazione, rilevanza e appartenenza

La religione è uno dei fenomeni socioeconomici con innegabili impatti sull’umanità in qualsiasi parte del mondo. Per quanto sacrosanta possa sembrare, la religione non è importante solo per comprendere l’esistenza di qualsiasi popolazione indigena, ma ha anche rilevanza politica nei contesti interetnici e di sviluppo. Abbondano le testimonianze storiche ed etnografiche sulle diverse manifestazioni e nomenclature del fenomeno religioso. La nazione Igbo nel sud della Nigeria, su entrambe le sponde del fiume Niger, è uno dei più grandi gruppi culturali imprenditoriali neri in Africa, con un inconfondibile fervore religioso che implica lo sviluppo sostenibile e le interazioni interetniche all’interno dei suoi confini tradizionali. Ma il panorama religioso di Igboland è in continua evoluzione. Fino al 1840, la religione dominante degli Igbo era indigena o tradizionale. Meno di due decenni dopo, quando iniziò l’attività missionaria cristiana nella zona, si scatenò una nuova forza che alla fine avrebbe riconfigurato il panorama religioso indigeno della zona. Il cristianesimo crebbe fino a far impallidire il dominio di quest’ultimo. Prima del centenario del cristianesimo nell'Igboland, l'Islam e altre fedi meno egemoniche sorsero per competere con le religioni indigene Igbo e il cristianesimo. Questo articolo traccia la diversificazione religiosa e la sua rilevanza funzionale per lo sviluppo armonioso nell'Igboland. Trae i suoi dati da lavori pubblicati, interviste e manufatti. Sostiene che con l’emergere di nuove religioni, il panorama religioso Igbo continuerà a diversificarsi e/o ad adattarsi, sia per l’inclusività che per l’esclusività tra le religioni esistenti ed emergenti, per la sopravvivenza degli Igbo.

Condividi

Il ruolo mitigante della religione nelle relazioni Pyongyang-Washington

Kim Il-sung ha fatto una scommessa calcolata durante i suoi ultimi anni come presidente della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) scegliendo di ospitare a Pyongyang due leader religiosi le cui visioni del mondo erano in netto contrasto con la sua e con quella degli altri. Kim ha accolto per la prima volta a Pyongyang il fondatore della Chiesa dell'Unificazione Sun Myung Moon e sua moglie, la dottoressa Hak Ja Han Moon, nel novembre 1991, e nell'aprile 1992 ha ospitato il celebre evangelista americano Billy Graham e suo figlio Ned. Sia i Moon che i Graham avevano precedenti legami con Pyongyang. Moon e sua moglie erano entrambi originari del Nord. La moglie di Graham, Ruth, figlia di missionari americani in Cina, aveva trascorso tre anni a Pyongyang come studentessa delle scuole medie. Gli incontri dei Moon e dei Graham con Kim hanno portato a iniziative e collaborazioni vantaggiose per il Nord. Questi continuarono sotto il figlio del presidente Kim, Kim Jong-il (1942-2011) e sotto l'attuale leader supremo della RPDC Kim Jong-un, nipote di Kim Il-sung. Non c’è traccia di collaborazione tra i gruppi Moon e Graham nel lavoro con la RPDC; tuttavia, ciascuno di essi ha partecipato alle iniziative del Track II che sono servite a informare e talvolta a mitigare la politica statunitense nei confronti della RPDC.

Condividi